Benvenut* nella newsletter di Nonantola Film Festival, uno spazio per parlare dei nostri eventi ma anche di film da vedere e notizie dal mondo del cinema!
Come ogni anno, il festival di Sanremo è finito ma non si è ancora finito di parlarne. Anche noi gli dedichiamo una newsletter, ma non per parlare di questo o quel cantate o degli scandali dell’anno, bensì per parlare di quanto sia importante l’arte nelle nostre vite.
L’edizione di quest’anno, come tutte, è stata caratterizzata da tanti lati positivi e negativi, da grandi performance e momenti discutibili. Al di là di ciò che si può pensare della manifestazione nel suo complesso, resta il fatto che si tratta di un festival della canzone, seguitissimo in Italia e non solo, che genera lavoro per migliaia di persone e dove la musica, l’arte e quindi la cultura sono al centro.
A sottolineare la fondamentale importanza dell’arte nella vita di tutti noi è stato Edoardo Leo che, ospite durante la terza serata per presentare la sua nuova fiction intitolata “Il clandestino”, ha portato sul palco anche un monologo significativo, che ci ricorda quanto l’arte sia capace di aiutarci a esprimere le nostre emozioni e a interpretare il mondo in cui viviamo.
Edoardo Leo racconta il sentimento degli artisti, che in realtà è comune a molti di noi, ovvero quel senso di impotenza, quel pensiero ricorrente rispetto ai drammi che continuamente succedono nel mondo: “io cosa posso fare di concreto per aiutare?”. Forse gli artisti non possono risolvere concretamente i problemi di chi è in difficoltà come fanno medici, volontari e altre figure impegnate in prima linea nelle zone difficili del mondo. L’arte però può dare un sollievo, aiutando a esprimere l’inesprimibile, dando conforto in un momento di dolore, distraendoci quando siamo troppo presi dai nostri pensieri. Insomma come dice Leo “l’arte è cura”, non solo intrattenimento, non solo passatempo ma nutrimento per la nostra mente, la nostra anima. E l’arte, in un mondo sempre più individualista, è ancora più importante perché capace di metterci in relazione con gli altri: quanto è bello andare insieme al cinema, scambiarsi consigli di lettura, vedere un’opera e commentarla insieme, sentire una canzone e pensare a una persona, ai momenti passati insieme?
La cultura, in tutte le sue forme, è una componente fondamentale delle nostre vite, perciò dobbiamo tenerci cari i nostri artisti, riconoscere il loro valore, la loro importanza, il loro ruolo insostituibile nella società e riconoscere anche il ruolo di tutti coloro che non sono artisti ma che lavorano nel “dietro le quinte”, facendo in modo che tutti noi possiamo godere al meglio dell’arte che più ci piace: perciò è stato bello vedere come spesso gli artisti si siano presi dopo le esibizioni un momento per ringraziare tutti i lavoratori del “backstage”.
Per concludere questa lettera d’amore al mondo della cultura, voglio riportare la chiusa del monologo di Leo, che cita un aforisma dello scrittore Karl Kraus: “ ‘Quando il sole della cultura è basso anche i nani sembrano dei giganti’ e allora stiamo tutti attenti che rimanga lassù a mezzogiorno il sole della cultura, che quella luce lì è sempre l'ultimo spiraglio di luce prima del buio.”
Qui sotto trovate il video completo del monologo di Edoardo Leo.
Alberti Aurora