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Una settimana molto triste quella appena trascorsa per il cinema italiano: nel giro di due giorni ci hanno lasciato grandi protagonisti di due anime del nostro cinema, quello d’autore e quello popolare. Stiamo parlando di Lea Massari e Alvaro Vitali, scomparsi il 23 e 24 giugno, cui dedichiamo questo breve omaggio.
Nata a Roma nel 1933, Lea Massari crebbe tra Spagna, Francia e Svizzera, tornando in Italia per l’università. Ben presto entrò nel mondo del cinema, grazie anche all’amico di famiglia Pietro Gherardi, tra i più grandi costumisti dell’epoca. Ha esordito al cinema in “Proibito” (1954) di Mario Monicelli, e ha raggiunto la ribalta internazionale negli anni ‘60, a partire da “L’avventura” di Michelangelo Antonioni. Nel 1961 è protagonista accanto ad Alberto Sordi di ”Una vita difficile”, firmato Dino Risi, che raccontava un’Italia sull’orlo delle radicali trasformazioni del boom economico. Per il ruolo ha vinto un David di Donatello speciale.
Vincitrice anche di due Nastri d’argento per le sue interpretazioni ne “La prima notte di quiete” di Valerio Zurlini e in “Cristo si è fermato a Eboli” di Francesco Rosi, la carriera della Massari negli anni ‘70 si è spostata soprattutto in Francia, dove ha lavorato al fianco dei più grandi interpreti dell’epoca, da Belmondo a Delon a Montand, ricevendo grande apprezzamento di pubblico e critica. Ha lavorato spesso anche a teatro e in televisione, per poi ritirarsi dalle scene a soli 57 anni, insoddisfatta dell’ambiente cinematografico italiano, diventato a suo dire mediocre.
Nato a Roma nel 1950, Alvaro Vitali esordì al cinema con Fellini che lo volle in “Fellini Satyricon”, “I clowns”, “Roma” e “Amarcord”. Ma la fama per Vitali è arrivata negli anni ‘70, quando è diventato il volto della commedia sexy all’italiana accanto a Lino Banfi e la bella Edwige Fenech, e poi vero protagonista come Pierino. In quei panni diventati parte dell’immaginario popolare, casacca blu e cappellino con pompon, Vitali ha recitato per quattro film tra 1980 e 1990. Purtroppo quella maschera che gli ha regalato il successo è diventata anche una gabbia: finita la stagione della commedia sexy è finita anche la fama dell’attore, rivitalizzata solo nei primi anni 2000 da Striscia la Notizia, che lo ho voluto per gag comiche e imitazioni.
Negli ultimi anni si era parlato di Vitali per vicende tristemente note: soffriva di depressione a causa di offerte di lavoro che ormai non arrivavano più e lamentava una pensione minima dovuta da contributi versati in modo irregolare dalle produzioni dei quasi 100 film cui ha preso parte.
Alberti Aurora