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Si è conclusa sabato sera la 74° edizione della Berlinale, come sempre uno dei festival di cinema più politici e attenti alla contemporaneità, grazie a una selezione di film che spaziava dal racconto delle guerre che stanno agitando il mondo, fino a tematiche sociali importanti su cui bisogna costruire un serio dialogo.
In questo senso la direttrice artistica del festival Mariëtte Rissenbeek ha dichiarato: “Siamo preoccupati per il diffondersi di antisemitismo, anti-islamismo e discorsi d’odio in Germania e in tutto il mondo. Come istituzione culturale, condanniamo ogni forma di discriminazione e ci impegniamo a favore della comprensione tra popoli”.
Ad aprire il Festival è stato il nuovo film con protagonista Cillian Murphy, che dopo il trionfo di “Oppenheimer” ha presentato “Small Things Like These”, sulla drammatica storia delle Magdalene Laundries, ovvero luoghi molto diffusi in Irlanda, gestiti dalle suore, in cui madri single e prostitute venivano duramente sfruttate, in apparenza con l’intento di riformarle per reinserirle in società.
Quest’anno l’Orso d’Oro è stato consegnato a “Dahomey” di Mati Diop, sul processo di restituzione da parte dello stato francese di opere d'arte provenienti da quello che oggi è lo stato del Benin. La storia è racconta da un punto di vista originale: quello di una delle statue che vengono restituite, che si interroga sul suo posto nel mondo e nella storia mentre torna a casa. In concorso per l’Orso d’oro gareggiavano 18 film, di cui due italiani: “Another End” di Piero Messina e “Gloria!” di Margherita Vicario. Il primo racconta la storia di uomo che si affida alla tecnologia Another End per riportare brevemente in vita la coscienza dell’amore della sua vita, ma in un altro corpo; il secondo, ambientato in un istituto femminile alla fine del ‘700, vede protagonista Teresa, una ragazza di talento che si unisce a un gruppo di musiciste per dare vita a una musica ribelle. I due film usciranno nelle sale rispettivamente il 21 marzo e l’11 aprile.
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Nella sezione Berlinale Special spazio anche per due serie tv, entrambe italiane: i fratelli D’Innocenzo hanno presentato la nuova serie che hanno ideato, scritto e diretto per Sky Original, “Dostoevskij”, mentre Rocco Siffredi era presente per la serie Netflix liberamente tratta dalla sua vita e interpretata da Alessandro Borghi, “Supersex”. Quella raccontata dai fratelli d’Innocenzo è la storia di un poliziotto che si trova a indagare sulla scia di sangue tracciata da un serial killer, soprannominato Dostoevskij a causa delle lettere piene di dettagli macabri che lascia sulle scene del crimine. La serie è stata proiettata per intero e ha ricevuto un’ottima accoglienza da parte di pubblico e critica presente in sala. Prevista in uscita anche al cinema.
Infine l’Orso d’Oro alla carriera è stato assegnato a Martin Scorsese, che con gli occhi lucidi ha ritirato il premio ricordando anche la sua prima volta alla Berlinale, quando presentò, nel 1980, “Toro scatenato”.
Alberti Aurora