Benvenut* nella newsletter di Nonantola Film Festival, uno spazio per parlare dei nostri eventi ma anche di film da vedere e notizie dal mondo del cinema!
In questa e nella prossima newsletter, vi raccontiamo qualcosa in più sui film che saranno proiettati nella nostra Rassegna Estiva, a partire dai due grandi classici che presenteremo nelle serate Vintage d’Autore: "Ladri di Biciclette" e "I Vitelloni".
Mercoledì 21 apriamo la rassegna con "Ladri di Biciclette" di Vittorio De Sica. Negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale una serie di registi tra cui De Sica, Rossellini e Visconti danno vita alla corrente cinematografica del Neorealismo, realizzando film ambientati nelle città distrutte dalla guerra e con protagonisti personaggi della classe operaia ripresi nella loro lotta quotidiana per la sopravvivenza. Per i film spesso venivano scelti attori non professionisti, persone prese dalla strada, per permettere a chiunque di identificarsi in quei personaggi: sono film che, partendo da piccoli eventi, raccontano le condizioni di vita precarie di milioni di persone, trasformandole così in grandi storie in cui tutti si possono rivedere. I film realizzati sono fortemente drammatici e non ottengono successo di pubblico in Italia, perché le persone non volevano rivedere sullo schermo le loro sofferenze quotidiane. Al contrario, all’estero i film neorealisti erano molto apprezzati da critica e pubblico, tanto da essere considerati come i veri rappresentanti del cinema italiano, dopo un ventennio di film influenzati dalla propaganda fascista. In particolare vengono premiati con l’Oscar al miglior film in lingua straniera, nel 1948 e nel 1950, “Sciuscià” e “Ladri di biciclette” diretti da De Sica e scritti da Cesare Zavattini, uno dei più importanti sceneggiatori del nostro cinema, che è stato anche teorico del Neorealismo.
"Perché pescare avventure straordinarie quando ciò che passa sotto i nostri occhi e che succede ai più sprovveduti di noi è così pieno di una reale angoscia?": questo pensiero di De Sica riassume perfettamente l’obiettivo del Neorealismo e quindi anche di “Ladri di biciclette”, dove il semplice furto di una bicicletta scatena una ricerca disperata da parte di padre e figlio per ritrovare la bici e mantenere così il lavoro appena trovato dal padre per sfamare la famiglia.
Chiuderemo la rassegna domenica 25 giugno con “I Vitelloni” di Federico Fellini. "Mi è venuta la tentazione di giocare uno scherzo a certi vecchi amici che avevo lasciato nella città di provincia dove sono nato. Così mi sono messo a raccontare quello che ricordavo delle loro avventure, le loro ambizioni, le piccole manie, il loro modo particolarissimo di passare il tempo": così Fellini spiega di cosa parla il suo secondo film, “I Vitelloni”, storia di un gruppo di giovani che aspettano di diventare adulti in una città di provincia tra biliardo e caffè, velleità letterarie, scherzi goliardici e avventure erotiche. Il film, come tanti dei film di Fellini, è caratterizzato da un importante elemento autobiografico ovvero l’abbandono della piccola città di provincia, Rimini, per andare nella capitale del cinema, Roma. film è stato il primo vero successo di Fellini e vede tra i protagonisti Alberto Sordi, fortemente voluto dal regista anche se inviso alla produzione per l’insuccesso dei suoi precedenti film (tra cui il primo di Fellini, “Lo sceicco bianco”): proprio questo film è stato poi il trampolino di lancio per l’enorme successo dell’attore.
Il film è stato scritto da Fellini insieme a Tullio Pinelli ed Ennio Flaiano, una collaborazione che è stata premiata con l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale nel 1953 e che poi ha portato alla creazione di altri capolavori di Fellini come “La Strada” (1954), “Le notti di Cabiria” (1957), “La Dolce vita” (1960) e “8½” (1963), questi ultimi con anche Brunello Rondi. Per cominciare a conoscere Fellini e il suo cinema è bene partire dalle sue origini quindi “I Vitelloni” è immancabile.
Entrambe le serate sono realizzate in collaborazione con la Cineteca di Bologna che ha distribuito i film in sala nell’ambito del progetto “Il Cinema Ritrovato al cinema”.
Alberti Aurora