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Robert Zemeckis riunisce la banda di “Forrest Gump” per mettere in scena l’epopea dell’umanità intera nel suo nuovo film, “Here”, racconto di un angolo di mondo e di tutti coloro che l’hanno chiamato casa.
Robert Zemeckis racconta la storia lunga millenni di un preciso angolo di mondo e di tutti coloro che l’hanno chiamato casa. Dall’epoca dei dinosauri fino al Covid-19 il regista racconta le epoche di una casa che è stata palcoscenico di innumerevoli storie di vita. Il fulcro del racconto sono le vicende della famiglia Young: per Al e Rose (Paul Bettany e Kelly Reilly) prima, Richard e Margaret (Tom Hanks e Robin Wright) poi, quel salotto con una finestra che dà sulla strada è il luogo dove la vita scorre, dove si cresce e si cambia, dove tutto accade…
Con “Here” il regista ha dato la sua personale risposta a quella domanda che tutti ci siamo posti almeno una volta nella vita, passeggiando per strada o visitando qualche palazzo: “Chissà chi è passato di qui…”. L’idea per questo film è arrivata dalla graphic novel omonima del 2014 di Richard McGuire che, attraverso una narrazione non lineare, racconta un angolo di mondo e le vicende di chi l’ha abitato. Per mettere in scena una storia così particolare Zemeckis ha adottato un approccio davvero sperimentale. Il film infatti è girato con un’unica inquadratura a camera fissa, resa dinamica dalla sovrapposizione di split screen che presentano simultaneamente più linee temporali. Si tratta di un’operazione che ha richiesto una pianificazione e un lavoro di montaggio minuzioso, che comunque a tratti può risultare confusionario.
Per raccontare questa grande storia (anzi storie) di vita, Zemeckis ha riunito la banda di “Forrest Gump”, dallo sceneggiatore Eric Roth ai protagonisti Tom Hanks e Robin Wright. Tutti gli interpreti insieme danno vita a un racconto davvero commovente, la cui forza risiede nelle vite dei personaggi: storie ordinarie che nel loro piccolo diventano straordinarie, con cui tutti possiamo empatizzare. Cambia la società, cambiano i valori e le credenze, ma l’esperienza umana nel corso dei secoli è sempre la stessa, come suggerisce il finale che, simbolicamente, cambia il punto di vista per allargarsi a uno sguardo sul mondo.
Con un focus sul periodo tra anni ’50 e ’90, questa storia racconta anche l’impatto dei rapidi cambiamenti sociali e culturali sulle famiglie. A un certo punto Al dice a Richard: “Io e tua madre siamo sempre andati d’accordo” e lui risponde “No, erano solo tempi diversi”. Rose infatti avrebbe sempre voluto fare la contabile ma ha dovuto rinunciare a ogni aspirazione lavorativa per fare la casalinga e accudire i tre figli. Margaret a sua volta avrebbe voluto studiare legge ma ha dovuto abbandonare il suo sogno, portato a termine da sua figlia Elizabeth. Insomma, ci sono volute tre generazioni di donne per poter studiare e ottenere finalmente il lavoro dei sogni. Lo scorrere del tempo e la riflessione sulla vita sono temi molto cari a Zemeckis, che li aveva già affrontati, in modi diversi, in “Ritorno al futuro” e “Forrest Gump”.
Il film ha fatto parlare di sè per l’uso sperimentale dell’IA, necessaria per ringiovanire gli attori. Tom Hanks e Robin Wright sono stati riportati a 18, 30, 50 anni utilizzando filmati di quando avevano quelle età sovrapposti al girato del film. Purtroppo nelle scene più emozionanti, in cui i personaggi sono in primo piano, questi effetti visivi si notano parecchio dando un forte effetto di falso. Va comunque elogiato il tentativo di Zemeckis che, da veterano del cinema, continua comunque ad essere un pioniere delle nuove tecnologie.
In conclusione “Here” è l’epopea dell’umanità intera, raccontata attraverso piccole gioie e dolori quotidiani. “Credo che il pubblico troverà il film incredibilmente emozionante” ha affermato il regista, “Racconta qualcosa di fondamentale sull’umanità: come siamo tutti connessi attraverso il tempo e lo spazio.” *
Alberti Aurora
* Fonte: Tutti i segreti di Here, il nuovo film con un’unica inquadratura (e con Tom Hanks e Robin Wright)
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